giovedì 15 gennaio 2009

Nei panni del commissario d'esame

Pensiamo di essere nei panni del commissario d'esame, in lunghi pomeriggi o mattinate dove sfogliamo dei fogli protocollo con delle calligrafie diverse, non sempre di facile comprensione.
Uno dei miei più grandi problemi infatti era quello di scrivere in maniera comprensibile non tanto per la grammatica ma per il riconoscimento puro e semplice dei segni grafici.
Da questo punto di vista mi sono semplicemente messo a riempire, come alle elementari, pagine e pagine di singole lettere scritte esattamente come nei cartelli che vedevo appesi sui muri delle elementari.
Ricopiar il compito in bella copia e leggibile è sicuramente il 30% dell'opera

Quello che ho appena detto è abbastanza normale direi banale, eppure ritengo sia di fondamentale importanza, almeno per persone come me che hanno una grafia incomprensibile quando scrivono senza fare attenzione.
Fondamentale ora è trovare il sistema di far capire subito dalla prima pagina che il candidato è padrone della problematica prospettata e degli aspetti principali per esaminare.
Pensate infatti di essere l'esaminatore del vostro scritto e di non sapere minimamente quale sia lo schema seguito da chi ha redatto tale parere.
Frasi troppo complesse, auliche per non dire ciceroniche potrebbero mettere a dura prova l'attenzione se non la pazienza del lettore. Quante volte ci accade di leggere un articolo giuridico e ritornarci sopra perché non si è capito il senso. I commissari d'esame non sono altro che persone normali con un'ottima competenza giuridica chiamati però a valutare anche le capacità di saper esplicare la tematica prospettata.
Pertanto è fondamentale redigere il parere con frasi il più possibile brevi e chiare.

Con questo non voglio dire che sia necessario scrivere una storia che capisca anche un bambino, è sufficiente che sia comprensibile da un uomo di media cultura. In tal modo sarà molto comprensibile al commissario d'esame.

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